Quante volte mi sono trovato di fronte a clienti disorientati di fronte al bivio tra una ristrutturazione completa ed onerosa e la via più breve meno impervia e dispendiosa.
Difficile consigliare bene in questi casi perchè si rischia di fare ” i conti senza l’oste ” con il rischio di doversi prendere delle responsabilità sulla gestione economica di una famiglia , coppia , single
etc. senza alcun titolo.
In questo articolo cercherò di farvi comprendere perchè , oggi, è ancora importante scegliere la strada più complicata.
In linea generale io consiglio sempre , ove possibile , una ristrutturazione completa se almeno coesistono queste 3 condizioni :
- l’appartamento o unifamiliare in questione non è ancora abitata dal cliente
- quando l’abitazione comincia a superare i 20 / 25 anni dall’ultimo intervento quindi , considerando che siamo nel 2023 , si parla di fine anni ’90
- se l’abitazione ha dotazioni standard di basso profilo a livello impiantistico e quindi a forte dispendio energetico
Soffermiamoci adesso sull’ultimo punto da me posto perchè alla luce delle ultime vicende normative a livello europeo , ci sarà utile nel nostro ragionamento.
Negli ultimi giorni si è molto discusso di una Direttiva Europea sulle case green , ovvero una proposta di regolamentazione delle abitazioni attualmente in essere che pone l’obbiettivo di
renderle più efficienti dal punto di vista energetico in un arco temporale abbastanza ristretto e con un salto di classe energetica per gli edifici in classe G,F ed E che dovranno
posizionarsi in classe D.
Fate bene attenzione , da professionista vi posso dire che portare un appartamento dalla Classe G alla classe D ( certificata ) non è uno scherzo e richiede un approccio progettuale evoluto e un tipo
di intervento sull’involucro e a livello impiantistico radicale.
Se vogliamo scendere nel concreto , con il Bonus 110% ad esempio un edificio in classe G che presenta un involucro obsoleto con murature portanti in mattoni pieni e una dotazione impiantistica
rudimentale , con tutti gli sforzi possibili previsti dalla (ex) normativa si riusciva ad ottenere una classe C/B certificata al massimo.
Tornando dentro la Direttiva , il mio consiglio per quanto possibili è quello di definire con il proprio progettista una strategia per una ristrutturazione globale che abbia come punto
di riferimento la dotazione impiantistica di base per poter rientrare in un prossimo futuro in quella categoria di abitazioni “privilegiate”.
Ad esempio puntando sul riscaldamento a pavimento invece che il tradizionale con collettore e corpi scaldanti , utilizzare scaldacqua a pompa di calore , split idronici etc. che permettano una
gestione efficiente dell’energia in tutti i contesti.
E non pensate che questo articolo sia fantascienza ma solo una finestra su un futuro prossimo da cogliere con attenzione.
Andrea
Mosaik srl
PS. la Direttiva Europea sopra citata , è ancora in fase di valutazione e allo stato attuale non costituisce pregiudizio ad alcuna tipologia di intervento.
Il mio articolo vuole far luce su una tendenza ormai consolidata da diversi anni e che , per forza di cose , porterà a dei cambiamenti concreti in termini di edilizia “green” a basso impatto
energetico nei prossimi anni.